LAB6 - Etica in pratica - Gay, single e vorrei un figlio. Non discriminazione e diritti del minore
Ogni giorno gli operatori sociali si trovano ad affrontare situazioni inedite che sollevano dilemmi etici e richiedono risposte che tengano conto della complessità. È quindi fondamentale allenarsi a individuare i dilemmi che si presentano sul campo e migliorare la propria capacità di assumere decisioni argomentate nelle situazioni di incertezza.
Il laboratorio si pone come finalità la messa alla prova delle competenze deliberative e collaborative, necessariamente chiamate in causa di fronte a situazioni dilemmatiche. Il caso proposto presenta infatti due soluzioni tra loro in conflitto, relativamente a una situazione problematica. L’attività sarà poi scandita in due momenti. In un primo momento, il gruppo dei partecipanti a ciascun laboratorio verrà suddiviso in due sotto-gruppi, cui verrà assegnato il compito di difendere una delle due soluzioni al dilemma. Con l’aiuto di uno dei due formatori, ciascun sotto-gruppo lavorerà per convergere al proprio interno su argomenti e strategie di giustificazione della soluzione inizialmente assegnata (non è dunque rilevante trovarsi nel sotto-gruppo che difende la soluzione verso cui singolarmente si propende; anzi, sarebbe meglio, ove possibile, il contrario, dato che la sfida del laboratorio è anche quella di lavorare provando a sostenere la soluzione contraria alla propria visione etica, sperimentando un utile decentramento delle proprie convinzioni personali). Nella seconda fase, i due sotto-gruppi dibatteranno, inscenando una sorta di contest, al fine di verificare quale sia l’argomento migliore, cioè quello che riesce a risolvere il dilemma in un modo deontologicamente sostenibile, ma al contempo creativamente innovativo rispetto agli interessi in gioco.
In questo laboratorio parleremo di…
Ahmet è un uomo gay di 32 anni, laureato, lavora come programmatore informatico per un’azienda di una grande città turca, e si è rivolto al servizio adozioni per adottare un bambino. L’assistente sociale che prende in carico la domanda, dopo un’attenta valutazione, rileva che la situazione corrisponde ai criteri richiesti per diventare genitore adottivo. Il diritto di famiglia turco recita infatti: “se una persona non sposata ha più di 30 anni di età, egli/ella può adottare da solo/sola”. Tutto questo è a favore di Ahmet. Nella legge si usa il termine persona e non ci sono riferimenti espliciti all’orientamento sessuale. In questa situazione l’assistente sociale si trova di fronte a un dilemma: concedere ad Ahmet la possibilità di adottare, visto che ne ha il diritto sulla base dei criteri stabiliti dalla legge, oppure, decidere che per il bambino non è opportuno vivere con un genitore gay, dal momento che ciò potrebbe mettere a rischio il superiore interesse del minore. L’ambiente sociale, la scuola e le amicizie del bambino lo tratterebbero in maniera discriminatoria, e questo sarebbe traumatico per lui.
- Chi decide criteri per giudicare quali sono le conseguenze “buone” per il minore adottato, Ahmet o l’assistente sociale?
- Che cosa è socialmente giusto ed equo fare in questo caso?
- Come attivare e sostenere risorse e reti sociali a sostegno della genitorialità di Ahmet, tenendo conto di un contesto culturale tendenzialmente ostile alla scelta omosessuale?
Relatori:
Paolo Gomarasca
, Irene Carrano