Relatore/Relatrice


Ottavio Fattorini

Dirigente scolastico Liceo Scientifico Statale A. Labriola, Ostia

Dirigente Scolastico titolare presso  il Liceo Scientifico Statale “A. Labriola” di Roma, dove, insieme al Liceo Kennedy  è partito il modello D.A.D.A., è attualmente  impegnato in una ricerca sulle scuole che lo hanno adottato, in qualità di  Ph.D. nel Corso di dottorato in “Psicologia Sociale, dello Sviluppo e Ricerca Educativa” presso l’Università  “Sapienza” di Roma.

Tra le idee pedagogico-didattiche che cerca di realizzare e disseminare: la formazione dell’educatore come “Per-sona educante” (col motto “dal DADA al Dadaumpa”, indicando la ricerca continua della vera identità professionale), la “Pedagogia della gioia”, la  “Ricetta della felicità” come didattica, la realizzazione dell’ “Edificio apprenditivo”. Ha ideato il format di incontri per la famiglie “Dialoghi con gli alieni” e le conferenze di “Didattica eretica e genitorialità ortodossa”  Da quasi 20 anni si occupa con successo di formazione per docenti e Dirigenti scolastici su tematiche che spaziano dalla didattica inclusiva alle soft skills, dalla “leadership per gli apprendimenti” alla innovazione scolastica, oltre alla gestione delle organizzazioni complesse, ispirato dal concetto di “preside diffuso” e di scuola come comunità educativa.

Attività


Classe, aula, materia, orario: fuori dal ring

SCUOLA DELL'INFANZIA

SCUOLA PRIMARIA

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO

Il modello D.A.D.A., acronimo di Didattiche per Ambienti Di Apprendimento, è un modello organizzativo degli spazi scolastici che prevede che le aule dell’istituto siano allestite in relazione alla disciplina ed assegnate a uno o due docenti che la insegnano; i gruppi classe si spostano nei diversi ambienti e raggiungono i docenti nelle aule in base all’orario delle loro lezioni.

Partito dall’ A.S. 2014/15, nei Licei romani “A. Labriola” e “J. F. Kennedy”, il modello D.A.D.A., si sta diffondendo rapidamente in molte scuole in tutta Italia, creando di fatto una comunità di pratica trasversale (www.scuoledada.it).

Rispetto ad altre innovazioni, la peculiarità del DADA è nella pervasività e nell’inevitabile coinvolgimento corale di tutte le componenti delle comunità scolastiche che lo sperimentano (dirigenti, insegnanti, studenti, famiglie, ecc...). Per questo sta funzionando soprattutto come “incubatore di innovazione” per i molteplici effetti indiretti e “di sistema” che sollecita.

In questo senso, la rottura del legame tra le dimensioni della classe, dell’aula, dell’orario e delle discipline rappresenta solo un incipit, quasi un pretesto, rispetto ai risvolti (in termini di benessere, di miglioramento del clima, di ripensamento professionale) nelle comunità educanti che hanno avviato il modello D.A.D.A.

Relatori: Ottavio Fattorini , Lidia Cangemi

Ottavio

Fattorini

Lidia

Cangemi